Arriveranno tra poco. Lo sa e la pelle si appiccica al corpo, rattrappita. Osare una speranza di solitudine non è possibile in quella stanza con la penombra lacerata da una luce al neon. Gialla e morta, neanche la finestra può salvarla. Neanche la primavera che non esiste e piove su prati schiacciati da chi va a fumare nel gazebo. Nuvole di grigio malato attraversano il profilo delle piante e corrono alla strada, dietro il cancello.
Ha sognato. Ancora. Paesi strani di futuro che aspetta e persone dal volto irriconoscibile. E altro. Poi ha aperto gli occhi sotto la doccia fredda e cantato piano, come sempre. E bevuto il latte - quello no, non lo ama ma ogni tanto ne ha bisogno come a ritornare da qualche parte. Dentro o fuori un passato che le hanno portato via. E vestiti, e borsa, e libri accatastati sul braccio. E l'ombrello verde che non ha aperto perché odia la cappa tonda sopra la testa.
Ascolta musica inventata da ricordi fluidi. Non fa male, carica il tempo di notturni segreti.
Aspetta. Che arrivino e rompano la quiete e le guardino addosso e vogliano sapere. Ride. Ha visto i commenti ai suoi libri ed è contenta. Molto rumore, i suoi figli di pagine bianche sporche di nero stanno viaggiando. E creano fastidio o amore o sospiri o pianto. Odio, anche. Ma indifferenza mai. Li immagina in cammino piccoli e soli, con le gocce di pioggia stizzosa sulla copertina e strade di asfalto e polvere a rendere sporchi i margini. Sbrecciati. Consunti. Slavati. E un sorriso nascosto, come il suo. Immagina le dita sfogliare e gli occhi, e cuscini su cui perdersi di sonno abbandonando la storia. Dimenticando. Oppure spiagge di isole e carta strappata dall'acqua, e Palmarola davanti. A ricordare che tanto. Là si ritorna.
Fiori. Bianchi ed eterni. "Non muoiono mai, i tuoi fiori", dice qualcuno. Non muoiono. Come il sorriso che nasconde e porta in tasca storto abusato ventriloquo di storie passate. Eterno. Di serenità rocciosa.
Sospira. Il delfino aggrappato a uno scoglio di noce sulla scrivania fa un piccolo balzo nascosto.
Muoversi. E correre. Arriveranno ma non potranno afferrarla. Nessuno potrà. E' così da sempre.
...E GLI BALENA
la possente verità:" L'ALTRO E'".Dove egli possa percepirlo come il reale oltre la parvenza,vede il proprio Io Superiore giungergli dall'altro,ritrovando sempre se stesso e, l'OPERATIO SOLIS comincia a mostrargli la linea del suo compimento.Luce che si impone alle tenebre che il caos genera e diventa STELLA MARIS.Porta aperta in cui confluiscono le potenze originarie del suono e della luce,resttuite alla dimensione perduta.Serena giornata Mariagiovanna e...che farfalle e delfini danzino con te! Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 04/11/2008 a 10:02