Così è stato per me, che ho amato mia madre. L'ho seguita di nascosto quando usciva dalla nostra grande casa con i vestiti lunghi e la testa pesante di acconciature sofisticate, ho annusato il suo profumo negli armadi aspettando che ritornasse per darmi almeno un bacio. E dirmi buonanotte. Mi sono dipinta il viso come vedevo fare a lei, strofinando di acqua di colonia per cancellare i segni quando il risultato era troppo, troppo diverso. Mi sono nascosta sotto le lenzuola con la testa schiacciata nella piega del cuscino, ho raccontato al silenzio cento piccole fiabe per impedirmi di dormire e ascoltare i passi giù, nelle calli che risuonano delle andature pesanti degli uomini della notte. E l'ho amata. Ho pensato a lei quando adolescente ho creduto che potesse spiegarmi la vita. Ho bevuto ogni parola nelle ore rare in cui si è accorta che vivevo a poche stanze da lei.
E' questa la verità, piccola mia. Crescerai senza il ricordo del mio seno giovane che non ha potuto darti il suo latte, non saprai mai che viso avessi e a quanti anni abbia nascosto il mio peccato. Voci lievi ti insegneranno la preghiera e non sapranno dirti molto degli uomini, celeranno le tue sembianze anche a te stessa dietro grate e panni spessi che non ti proteggeranno dal dolore. Saprai la musica e la danza, incontrerai anime perse come la tua e capirai che non c'è differenza. Avere una madre oppure nessuna non cambia il tuo destino.
Non ritornerò a cercarti, amore mio. Ho stretto le tue piccole mani bagnate di me e le ho baciate tanto da ricordami tutto. Ti ho avvolta nei panni che ho voluto ti accompagnassero e ho parlato con i tuoi occhi chiusi, incollati da un parto segreto aiutato da chi non bada alla vita o alla morte. Bada solo a finire in fretta e andare via. Ti ho dato l'amore che il mio cuore ha saputo spremere, e che sarà per sempre.
Non mi rivedrai, piccola bambina senza nome. Perché i canali della città che ti inghiotte saranno più materni nel loro fetore di cadaveri nascosti, e ti insegneranno cosa sia la notte.
Sii felice, bambina. Sii felice, mia povera piccola Cecilia.
Grandioso
Scritto da: IO | 07/31/2009 a 22:39
L'incontro con l'ultimo libro di Tiaziano Scarpa è stata un'esperienza coinvolgente ed appassionante. Non solo per la storia narrata ma soprattutto per la capacità di evocarla, attraverso l'uso sapiente di un linguaggio che ti cattura dalla prima all'ultima pagina. Dalla lettura emerge in tutta la sua evidenza la vena affabulatrice di un autore che segna qui uno dei momenti più alti della sua produzione letteraria, il segno di una maturità artistica che il sigillo del Premio Strega ha consacrato con piena merito.
Gian Paolo Grattarola
Scritto da: Gian Paolo Grattarola | 07/31/2009 a 22:50
Accidenti, bellissimo. Ispirazione a mille per la Luini. Brava! Un'astrazione su un premio Strega davvero riuscita. Cecilia e sua madre, le voci della stessa solitudine rabbiosa. Gianfranco
Scritto da: GF | 07/31/2009 a 22:51
Mi tocca, questo pezzo. Mi tocca quel "Ho bevuto ogni parola nelle ore rare in cui si è accorta che vivevo a poche stanze da lei".
Accidenti, Luini. Con quella penna colpisci duro, sempre.
Scritto da: Lorenza Caravelli | 07/31/2009 a 22:56
"vena affabulatrice", hai ragione Gian Paolo
Di Tiziano Scarpa amo moltissimo "Amore", è geniale, ma non solo.
"Venezia è un pesce" ha passaggi indimenticabili, fare l'amore nelle calli di Venezia è una delle parti del libro che ritorna più spesso alla mente per farmi sorridere.
"Occhi sulla graticola" è stato il primo libro che ho letto di Scarpa, e "Groppi d'amore nella scuraglia" andrebbe ascoltato da Scarpa stesso (geniale).
Quando ho iniziato Stabat Mater ho pensato "Ma cosa ha scritto?", lo stacco dallo stile precedente è stato un trauma. Poi l'ho riconosciuto dai dettagli, e dalla "vena affabulatrice", come hai detto tu.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 07/31/2009 a 23:00
Ehi Caravelli, how are you? Comunicazione di servizio: il regalo per il tuo compleanno è con me, se aspettiamo ancora un po' a vederci te lo consegno a Natale. When I come back si beve un bicchierino sotto il Duomo.
Colpisco duro con la penna? Vedessi quando la infilo in un occhio ai molesti.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 07/31/2009 a 23:02
Grazie GF, troverai pace con i nickname che usi nel mio blog? Adesso siamo a GF, è ufficiale?
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 07/31/2009 a 23:03
In effetti questo nuovo libro ha uno stile differente rispetto ai precedenti. A mio avviso segna davvero un punto di maturità letteraria. Nei precedenti l'autore aveva dato come l'impressione di essere alla ricerca di una strada certa. Qui direi che il tratto della sua scrittura è molto ben delineato.
Sono d'accordo con te: "Venezia è un pesce" ha risvolti di impagabile fascino seduttivo.
Gian Paolo Grattarola
Scritto da: Gian Paolo Grattarola | 07/31/2009 a 23:29
Perfetto il bicchierino sotto il Duomo, anche se il tuo regalo a Natale per il mio compleanno di luglio ormai fa parte delle tradizioni di due sciammannate come noi.
E adesso ti pregherei di non andare in giro con la Mont Blanc ad accecare la gente!
Scritto da: Lorenza Caravelli | 07/31/2009 a 23:31
Uso la BIC blu, attualmente. Finisco l'inchiostro troppo in fretta per potermi permettere il mantenimento delle altre che custodisco a Firenze. Vuote.
Gian Paolo, non so se Scarpa cercasse una strada certa. Possibile. Forse è scrittore dalle tante strade, non lo posso sapere; questo lo renderebbe ancora più interessante. Perché lo stile di "Amore" secondo me è molto maturo, qualcuno ha detto troppo sofisticato. Io l'ho trovato geniale.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 07/31/2009 a 23:34
Ne convengo. Detesto gli scrittori ripetitivi. Nello stabat mater però lo stile è sicuramente superiore ai precedenti. "Amore" non mi aveva coinvolto eccessivamente.
Scritto da: Gian Paolo Grattarola | 07/31/2009 a 23:40
Ho trovato bellissimo il racconto "Acqua" in "Amore", e traumatica la chiusura dell'ultimo racconto. Divertente il racconto sul "pompino", ho riso da sola in treno nel tratto da Roma a Firenze
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 07/31/2009 a 23:46
Si ma nello "Stabat Mater" c'è maggiore introspezione. Lo stile sale un gradino in più e l'autore compie un salto di qualità non da poco.
Scritto da: Gian Paolo Grattarola | 07/31/2009 a 23:56
Sta nella differenza di vedute di cui abbiamo già parlato in occasione del racconto erotico. Io parto dall'idea che tutto si possa scrivere, a patto che nello stile, nell'originalità, nel modo di raccontare ci siano talento e tecnica. La scrittura, insomma, permette di esprimere tutto con dignità pari. Secondo me nell'ironia dei racconti di "Amore" ci sono tonnellate di introspezione, solo che Scarpa le esprime con "La via dell'umorismo" (letto il libro "La via dell'umorismo, 101 burle spirituali" di Gianluca Magi?). "Stabat Mater" è un romanzo molto bello, che ha meritato lo Strega (ma lo Strega è di Scarpa, non di Stabat Mater) e che indica un'evoluzione, un cambiamento di stile che non sapremo se Scarpa vorrà mantenere. Ho letto da qualche parte, su un giornale esposto a Venezia in libreria credo, che il prossimo libro di Scarpa sarà sulla paternità. Vedremo.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 08/01/2009 a 06:55
ESTRATTO DAVVERO INTENSO.
Grazie.Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 08/01/2009 a 09:08
E' un racconto brevissimo, un istante di ispirazione mentre ripensavo a Stabat Mater
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 08/01/2009 a 09:38
GIA'!
L'ispirazione che urla la vita quando vorrebbe cantare.Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 08/01/2009 a 10:32
Sì, Bianca. Ti abbraccio.
Grazie a Sara Caminati, che fa dei link che malamente aggiungo meravigliose immagini visibili ai lettori del blog.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 08/01/2009 a 11:18
Che belli questi video. Tiziano Scarpa sembra un uomo molto intelligente e interessante.
Scritto da: GF | 08/01/2009 a 11:31
Non avevo mai sentito nominare questo autore, ieri ho letto qui e ora vedo i video. Ho ordinato stabat mater e amore, grazie per la segnalazione. I tuoi libri invece li conosco e aspetto il prossimo a settembre
Scritto da: Chicca | 08/01/2009 a 12:58