- Ho fatto quello che andava fatto.
Ripete a bassa voce, con gli occhi al pavimento e il corpo che dondola avanti e indietro, avanti e indietro. E' seduto sul letto, un filo di saliva trasparente scende al lato destro delle labbra, la camicia aperta sul petto lascia vedere i peli bianchi e radi.
- Ho fatto quello che andava fatto.
La donna siede davanti a lui, appoggia la borsa sul tavolo di formica e accavalla le gambe; la gonna rossa sale un po' sopra il ginocchio, il medico finge di niente ma lancia un'occhiata alle gambe lunghe e sode e alla camicetta di seta bianca tesa sui seni. Deve avere almeno la quarta misura, soda e piena o forse tenuta su da un reggiseno di quelli fatti bene.
- Cosa ha fatto? Cosa andava fatto?
Lo chiede all'uomo, ma è il medico a rispondere.
- Non le risponderà. Non la sta a sentire. Queste sono le uniche parole che dice, le ripete ossessivamente e nessuno capisce bene perché. Non ha malattie evidenti, la risonanza magnetica, la TC e perfino la SPECT sono praticamente normali. Eppure, nonostante non ci sia l'evidenza di una patologia, non ascolta ciò che si dice e continua a ripetere la stessa cosa. Si lascia vestire, lavare, nutrire ma non partecipa alla vita. L'hanno trovato in questo condizioni, non è mai cambiato.
- Come è stato trovato?
- Lungo il fiume, su una panchina. Era sporco e denutrito, quasi completamente disidratato. Un passante l'ha visto e ha chiamato polizia e ambulanza. Si è lasciato portare via senza opporsi, passivo.
- Documenti?
- Sì. Sappiamo chi sia, ma non si trovano parenti. Forse ne esiste qualcuno in Argentina, ma finora non hanno risposto.
- Che tristezza. Pensa che abbia subito un trauma?
- Direi proprio di sì. Anzi, ne sono abbastanza sicuro. Non un trauma fisico perché non ha contusioni o segni esterni, ma un trauma psichico di certo. A giudicare dalla ricostruzione della Polizia, è andato via di casa e si è perso. Forse era confuso, anche se in casa non hanno trovato disordine o segni di trascuratezza. Deve essere capitato qualcosa che l'ha spaventato, o turbato. Non riesce a riprendersi.
- Di solito guarisocno spontaneamente?
- A volte sì, ma in casi come questo un "di solito" non esiste. Ci sono anche i simulatori, cioé quelli che fanno finta per nascondersi o mettere in ansia la famiglia, o ancora per attirare l'attenzione dei media. Non mi sembra che simuli, è stato sottoposto a molte prove e non ha mai avuto incoerenze in questa sua confusione. Che poi anche definirla confusione è sbagliato, potrebbe essere lucidissimo in un autismo totale, e ossessivamente fermo su un pensiero che non lo lascia libero.
- Ho fatto quello che andava fatto.
La donna fissa l'uomo sul letto, che continua a dondolare e a ripetere la stessa frase senza degnarli di attenzione.
- "Ho fatto quello che andava fatto". Sembra una giustificazione per un comportamento. Forse ha preso una decisione che ha avuto conseguenze, e se lo rimprovera, e cerca di giustificarsi con qualcuno.
- Sì, è abbastanza evidente. Ma non abbiamo elementi per capire.
- Possibile? Che lavoro faceva?
- E' in pensione da anni. Comunque è stato un impegato di banca. Mai avuto problemi, anche i colleghi che sono stati sentiti dalla Polizia non hanno riferito niente di particolare. Meticoloso, attento, onesto.
- Che strano. Relazioni sentimentali?
- Forse. Pare che una donna ci fosse, ma che l'abbia lasciata tempo fa. La Polizia mi parlava di lettere di lei ma di scarsissimi segni di corrispondenza di lui.
- E lei è stata trovata?
- Sì. Non è stata molto entusiasta di ricevere sue notizie. Si è rifiutata di venire a trovarlo e di fornire dettagli, ma dice di non sapere il motivo della sua confusione.
La donna muove la gamba, guarda qualcosa su una caviglia e si accarezza una coscia attraverso il tessuto della gonna.
- Mah. Allora forse qualcosa c'è, ma non lo saprete mai.
- Perché?
- Perché se si tratta di qualcosa che riguarda la vita sentimentale, e la donna si rifiuta di vederlo, non c'è margine di indagine ulteriore. Magari lei c'entra, magari no, non lo sapremo mai. Se è no, è no.
- Magari non c'entra.
- Già. Magari non c'entra. Che terapia gli fate?
- Niente. Alimentazione, supporto. Un po' di colloqui con la psicologa, ma non si tratta di colloqui, lui non partecipa. Non ha crisi, non ha malattie di rilievo. Resta qui, dondola, parla e non riesce ad avere il minimo di vita di relazione che potrebbe aiutarlo.
- Forse non la vuole, la vita di relazione.
- Tutti ne hanno bisogno.
La donna sorride.
- Non sono d'accordo. Conosco persone circondate da gente, piene zeppe di appuntamenti e di nomi da chiamare sulla rubrica, che sono incapaci di mantenere una normale e civile vita di relazione per più di qualche mese. Quest'uomo è solo l'espressione evidente di qualcosa che esiste in natura. Lui dondola e ripete sempre la medesima frase, altre persone si comportano normalmente poi disintegrano i rapporti come se fossero bicchieri di cristalli che non servono più. E di solito sono più sole di lui: sia io che lei siamo qui per questo signore, ci interroghiamo e forse vorremmo davvero aiutarlo, intorno ad altri si crea il vuoto. Ed è giusto così. Vogliono stare soli? Facciano pure.
Il medico sospira.
- Che donna decisa. Non so. A me fa tristezza. Immagino che abbia rimpianti, o rimorsi, e non riesca a liberarsene.
- Forse, ma non è molto rilevante. Se ha rimorso si punisce così, con questa vita. Si autoinfligge l'isolamento e rifiuta il contatto. Lasciamoglielo fare, che abbia pace nell'autotortura. Dobbiamo aiutare la gente ma non salvare il mondo, soprattutto non salvare chi non vuole essere salvato.
- E' uno stupido, se non vuole essere salvato.
- No. Può succedere. Però peccato che quella donna non venga a trovarlo.
- Non credo le importi.
- O forse ha sofferto, con lui. E adesso si è liberata.
- Sarebbe cattiva, se fosse così.
- Dice? Pensa che il fatto che lui sia in questo letto e abbia un problema psichiatrico lo renda buono, se prima non lo era? Un uomo cattivo resta cattivo anche se si ammala. Può fare pena, ma chi ha ricevuto dolore non deve necessariamente perdonare se vede che chi l'ha ferito si ammala. Non dico che sia il caso di questo signore, ma a priori non vedo perché quella donna debba venire a trovarlo se non le va.
Il medico dàun'altra occhiata alle gambe accavallate e ai seni, che si vedono bene attraverso la camicia.
- E' una donna decisa, lei.
- L'ha già detto.
- Lo ripeto.
Si alza. Si avvicina all'uomo, gli sfiora una spalla.
- Arrivederci, le auguro di riprendersi.
Si volta, dà la mano al medico ed esce. Il rumore dei tacchi si allontana nel corridoio.
Mentre l'uomo sul letto sussurra:
- Buonasera signora. Grazie.
Molto bello, la tua semplicità e tanto significato. Si ripete sempre la propria assoluzione oppure la punizione, questo è tipico dell'uomo secondo me.
Scritto da: Lauretta | 07/15/2009 a 14:18
PS: molto bello questo nuovo look, ti dona più del colore tenue e amorfo
Scritto da: Lauretta | 07/15/2009 a 14:26
E L'UOMO
affetto da autissmo parlò:"Buona sera signora.Grazie".
Essere decisi è la miglior medicina per guarire senza che la medicina intossichi il corpo.Racconto che dice.Ciao MG e goditi tutto sto caldo con moooooolta immaginazione di delfini che ti girano attorno,di farfalle rosse o blu non importa,di Te Darjeeling a portata di mano senza incensi ma svettanti occhisemichiusi- chiusi.Se gusta mejo tutto,parola di me.Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 07/15/2009 a 18:01
Buon viaggio a Venezia, ti auguro caldissimi fuochi del Redentore, da vederli a chilometri. Brava, tostissima Giovanna
Scritto da: Gianfranco | 07/17/2009 a 16:04
Tranquillo. Avrai notizia di fuochi pirotecnici degni di una grande festa. In ogni caso.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 07/17/2009 a 23:01