- Mi sono sentito solo.
Lo dice e guarda fuori dalla finestra, nudo. E' in piedi, le sue spalle lisce e abbronzate hanno ancora i segni delle dita e delle unghie che lei gli ha conficcato addosso mentre gemeva e gli chiedeva di continuare, di spingere più in fondo per ricordarle di esistere.
- Solo? Quando?
- Quando ti telefonavo e capivo che pensavi ad altro.
- Non pensavo ad altro. Pensavo a te, che eri lontano. Ti raccontavo di me, ma avrei voluto che fossimo insieme, con la laguna sotto la finestra e la porta chiusa. Come adesso.
- Non ho sentito così. Mi sembrava che il dolore per quell'uomo ti avesse ripresa, ti allontanavi e parlavi, parlavi. Non vi capisco, vi scagliate l'una contro l'altro poi scoprite di volervi bene, ma non potete fare a meno di ferirvi. Che cazzo significa l'attacco di questa mattina? Perché? Ti lascio sola per un po' e perdi il controllo, diventi una tigre. Ma lascialo perdere! Non riesco ad afferrare, mi sembrate due animali selvatici. E quando prendi il via non ti fermi più, che cosa ti importa di lui ormai? Ti ha fatto tutto il male possibile.
- Siamo sempre stati così. Nessuno dei due sa tenere la bocca chiusa quando vogliamo ferirci, nessuno cede. Ma hai ragione, mi ha fatto tutto il male possibile.
- E facendone a lui, adesso, cosa risolvi?
La sente respirare, tace. La nebbia piccola della prima sera cade sull'acqua, una gondola attraversa il canale e fa il rumore solito del calare della notte.
- Ti sono mancato?
- Molto. Te l'ho detto.
- Anche tu. Non ho capito perché non sei venuta con me.
- Sai perché non sono venuta. Non potevo.
- Non volevi. Questione di scelte.
Il suo respiro, ancora. Arranca e si arrocchisce quando la imbarazza.
- Fumi troppo, lo sai?
- Lo dici sempre.
- Perché è vero.
- Colpa sua.
- No, colpa tua. Non è lui a fornirti le sigarette, casomai è il tuo amico di Roma.
- Ma va. Fumo quando scrivo, e quando mi innervosisco.
- Cioé sempre. Sei sempre nervosa, fumi sempre. Tranne quando facciamo l'amore e dormi con me, allora il nervosismo ti passa. Potresti vivere respirando l'odore della laguna dimenticando le sigarette, quando ti accarezzo. Dovresti restare qui e scrivere, hai tutto quello che vuoi. Hai me.
- Lo so. Ci sto pensando.
- Pensa più in fretta. E smetti di fumare.
- Che stress, smetto quando voglio.
- Mi sei mancata, amore.
Ha nel naso l'odore della sua carne. Hanno aperto la porta a fatica, già stretti e semisvestiti, la donna del secondo piano li ha sicuramente sentiti passare ansimanti e ha spiato dall'uscio, gelosa e arrabbiata: lo vorrebbe per sé, non è mai riuscita a convincerlo a infilarsi nel suo letto e da quando Clara è comparsa in casa sua le attenzioni sono diventate competizione palese. "Questo è per stasera, immagino che lei non sappia cucinare"; gli piazza in mano pentole calde e insinua che non sia felice con Clara, finge di non sapere che anche la sua compagna precedente, quella andata via da poco, fosse un'inetta totale in cucina, e a lui non importava.
- Mi hai tradita?
- No, mai. Non ho bisogno di tradirti, non mi viene in mente. Tu?
Non aspetta la risposta. Non arriverà. Dovrebbe già sapere. Clara ha una paura fottuta di abbandonarsi, il dolore feroce che Silvio le ha provocato le ha aperto ferite che difficilmente rimargineranno del tutto. Ha altri due uomini, anche se con loro si limita a lunghe scopate che conclude buttandoli fuori di casa. E telefonando a lui. Ha bisogno di lavarsi l'anima e raccontare; la ascolta e reprime il desiderio di urlare, capisce il dolore oltre l'affronto, oltre il bisogno disperato di fare male a un uomo, qualsiasi uomo. Lui.
Non li ama, ne è sicuro, come è sicuro che invece si sia innamorata di lui, ma non abbia voglia di ammetterlo.Il suo cervello è bloccato, irrigidito indietro, sull'orrore di un abbandono effettivamente crudele e sui brividi freddi della fiducia tradita. Per questo la perdona, anche se non crede che riuscità a farlo ancora a lungo: dovranno discutere, e lei dovrà decidere, prima o poi. Non può più sopportare il sospetto dello sperma dei due vecchi dentro di lei, l'odore delle loro carezze lascive.
- Cosa vuoi dire, vuoi sapere se sono state con gli altri?
- Sì.
Stupido. Non sa perché ha detto sì, in realtà vorrebbe vivere nell'assenza di consapevolezza. Non vuole sapere che esistano "gli altri", i due uomini vecchi che se la portano in giro (o è lei a portarsi in giro loro?) ed entrano dove anche lui entra, dove ama entrare più di quanto abbia mai amato fare qualsiasi cosa.
- Sono stata con Tommaso.
- E certo.
- Certo cosa?
- Niente.
- Dai, dillo.
- Lo sai. E' impazzito per te. Lo detesto, bavoso porco bastardo.
- Non è come dici. E' un uomo simpatico e allegro, si diverte. Niente altro.
- Mi fa schifo pensare che faccia le nostre cose, le stesse cose, insieme a te.
- Non potrebbero mai essere le stesse cose.
- Figurati. E' pronto a infilarsi nel tuo letto ogni volta che me ne vado, scommetto che ha anche la chiave di casa tua.
- Nessuno ha le mie chiavi di casa. Solo tu.
- Non sei soddisfatta con me?
La sente ridere. Una barca con il motore al minimo passa sotto le finestre, la segue finché sparisce nella deviazione a gomito del canale.
- Il sesso con te è assoluto, indimenticabile.
- Allora?
Si muove. Il fruscio delle coperte, poi i passi dei piedi nudi sul pavimento. Le mani gli circondano il petto, il volto si appoggia alla schiena; sa di fresco e di sesso, come sempre. E sa anche di sapone: ha voluto che la lavasse nella vasca da bagno prima di entrare in lei, si è fatta strofinare con la spugna e massaggiare la schiena. Il pensiero lo eccita, il sesso si inturgidisce di nuovo.
- Sai che in questo periodo va così. Non posso pensare a un legame, non ce la faccio. E' andata troppo male, prima.
- Doveva andare male per forza, con quel coglione. Ti sei fatta un film sulla sua correttezza e sulla solidità del suo carattere, hai visto cosa è successo. Impazzito, addirittura la tinta castana sui capelli. Ti ha fatto vedere solo una parte di se stesso, quella che gli conveniva mostrare mentre aveva bisogno di te, poi ha rivelato l'altra. Hai amato uno che si fa dominare da una donna e dimentica affetto e gratitudine, secondo me.
- Taci, non voglio ricordare.
- Sei tu a pensarci troppo spesso. E non merita.
- Ma non hai detto che lo incontrerai?
- Certo, perché l'hai amato così tanto, quindi qualcosa di vero nella tua fantasia sull'uomo geniale e seducente deve esistere. Non riesco a credere che una donna come te abbia preso un abbaglio assoluto, forse l'hai valutato bene quando lo amavi e allora vale la pena di conoscerlo. Anche se di recente qualche dubbio mi è venuto, si comporta da ricco spocchioso e ignorante. Sono un uomo normalissimo, non ho i suoi soldi, ma non vorrei mai diventare come lui. Hai detto che dentro ha tanta bellezza, bene. Lo vedrò solo se si comporterà da uomo con te, se contribuirà a farti sentire meglio. Ha sbagliato, non c'è nuovo amore che tenga. Deve essere uomo.
- Non lo sarà. Non è più la persona che ho conosciuto, non è più un uomo.
- Vedremo. Aspetto e giudicherò tra un po' di tempo.
Spinge indietro le mani, sente i suoi fianchi pieni.
- Perché sei tanto gelosa di quella scrittrice che mi manda i manoscritti?
- Perché è una troia.
- No, perché mi ami. Solo che non ti va di ammetterlo. Vuoi essere la mia compagna, ma sei testarda e orgogliosa. Ti ho vista in questi mesi. Ti fa comodo restare attaccata a un ricordo, per orgoglio, per paura oppure perché non hai voglia di impegnarti.
- Impegnarmi? In cosa?
Ride.
- Appunto. Ecco la dimostrazione.
La sua mano piccola scende sull'addome, poi all'inguine.
- Mmmm, cosa succede qui?
- Mi eccita ripensare a prima, alla vasca da bagno.
- Possiamo ritornarci.
- No. Adesso voglio la finestra.
- Qui?
- Sì. Mettiti davanti a me.
L'ha detto senza crederci, preso dall'istinto del momento e dalle sue dita che giocano con il sesso, togliendo i pensieri. Clara obbedisce, cammina, scivola davanti a lui, si china e si appoggia al davanzale.
- Così?
Vorrebbe ridere e piangere insieme. E' una bambina, per compiacerlo farebbe qualsiasi cosa. Tranne essere fedele. Probabilmente era così anche con l'altro, con l'uomo che non l'ha meritata: la immagina piegarsi, ridere e piangere a comando, presa da artigli con le unghie mezze mangiate e i peli grigi sui polsi. Ed era fedele, a lui, credeva che meritasse la fedeltà. Per questo sanguina ancora così tanto, per questo non riesce ad afferrarla senza provocarle una crisi di panico che deve sfogare in viaggio, da sola.
- Dai, lo voglio.
La sua voce bassa e sottile lo distrae. Si avvicina, il sesso la cerca.
- Dovremo parlare degli altri uomini, a me non sta bene che...
La sua mano lo prende, lo tira. Sente l'ingresso, l'apertura calda di lei troppo vicina, non può continuare.
- Parleremo, parleremo.
La sente dire. Poi si perde, di nuovo.
E la laguna li guarda.
E la laguna guarda. Super.
Scritto da: Just me | 10/07/2009 a 23:22
Ah, la Luini finalmente ritrae l'amore! Bellissimo.
Scritto da: Just me | 10/07/2009 a 23:39
Ma che bello questo amore!
Scritto da: GF | 10/07/2009 a 23:40
In effetti si percepisce una tendenza evidente alla descrizione di amori finalmente gioiosi (a tratti). Cosa succede, Luini?
Scritto da: Luca | 10/08/2009 a 08:28
Tutti uomini, che emozione!
Luca, cosa deve succedere? Scrivo, seguo ispirazioni libere.
Mi pare di avere scritto spesso l'amore, oppure no?
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 10/08/2009 a 15:47
SEMPLICE.
La donna del racconto non ama perchè quando l'Amore arriva le ferite spariscono.O meglio resteranno ma come lievi baluginii di un bianco appena accennato che ci dice senza farci male,come quello sperma binario sfuso in un nulla.L'AMORE è il MIRACOLO che non spiega ma rigenera la vita e nuova la dà.Un bacio MariaG.Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 10/09/2009 a 08:54
Mai stato amore, era tormento ed era bellissimo se descritto da te. Pensa più in fretta, l'amore chiama.
Stiamo sullo stile. Bello, l'uomo guarda fuori e tutto accade dietro di lui, perfino i pensieri sono rivolti alle spalle dove lei riempie la stanza dando solo la voce ma di fatto incarnando la sensualità, la presenza, il senso di tutto. Due personaggi vivi con un mondo che li osserva.
Scritto da: Just me | 10/09/2009 a 08:58
JUST ME
VIVI si ma ancora non sottratti al tormento.La protagonista deve imparare ad amare se stessa poi tutto sarà alle spalle con davanti la STRADA! Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 10/09/2009 a 09:11