Muove le mani, lo fisso e non si accorge. Ha la testa china, una ciocca di capelli bianchi nasconde in parte lo sguardo che segue i movimenti delle dita. O forse sono le dita a seguire lo sguardo, non saprei. Ha iniziato a lavorare piano, sommesso, come se intorno ci fosse ovatta oppure il niente, come se il lungo filo bianco fosse l'unica cosa importante. L'unica a interessarlo veramente.
Il collo è piegato in due, grosse rughe si intersecano a solchi piccoli orizzontali, irregolari, qua e là si formano croci e stelle di pelle arricciata e vecchia, un po' abbronzata. La bocca è sottile e stretta, con le labbra bianche per lo sforzo e i muscoli tesi, in un sorriso inesistente che allarga le guance ma non le illumina. Fingo di essere distratta, accumulo istanti di divagazioni lievi alla concentrazione sulle sue mani, nascoste in parte da un cappotto grigio e appoggiate alle cosce ai lati, come se manovrasse marionette di legno. Le dita sono veloci, si piegano ritmiche e si raddrizzano secche, annodano fili bianchi e li girano, avvitano, li fermano sull'indice come su un rocchetto poi li lasciano andare, molli ma tesi. Mai fermi. E il centrino ovale a greche piccole nasce e si affloscia nel solco tra le gambe, e non riesco a vederlo tutto.
Il motore dell'autobus riempie di gasolio l'aria, l'uomo alza la testa e sembra accorgersi di me. Sorride, rapido, poi abbassa gli occhi. Di nuovo, le dita danzano. Mi ricorda mani di chirurghi che conosco, abili maestri per cui il corpo è mistero facile, e mani con la punta di forbice che danno forma ai capelli e cambiano l'espressione del mio viso. Ho sempre ammirato, intontita e placida, il lavoro delle mani. Mi rassicura, è lo scrutare intenso di una curiosità che nasce indietro, nell'infanzia prima e piccola di un appartamento che non aveva ombre. Mi piacciono le mani, e le dita che creano il tocco dolce, armonico, di una forma bella. Sono maghi ipnotici che danno senso agli occhi. Mi piace il sesso delle mani, lo preferisco ad altri assalti più carnali, mi piace la carezza dell'amico che non conoscerà domani.
L'autobus si ferma, due passi e scendo. Le mani dell'uomo fanno ciao, con un sorriso morto.
Mani, e ancora. Domani.
Cameo stupendo, brava.
Scritto da: Just me | 11/05/2009 a 17:36
Veramente bello, questa nuova Gio scrive potente.
Scritto da: GF | 11/05/2009 a 21:03
LE MANI
hanno sempre un "senso" quando decise accarezzano.Mani di chirurgo che non teme,mani di scultore che scavano perchè han visto,mani di poeta che scrivono di grano e di raccolto e mani d'uomo quando crea la vita nello stupore d'esserne il vasaio.Bello,Mariagiovanna.Brava.Bianca 2007
Scritto da: BIANCA 2007 | 11/05/2009 a 21:57
Bellissimo davvero
Leggo, e seguo
Scritto da: lettore avido | 11/06/2009 a 14:02
Il sesso con le mani, molto raffinata. Esplicita fino alla pornografia, senza dire. Brava.
Scritto da: Stefano | 11/06/2009 a 22:14