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cosa ho scritto...

  • "Diario di Melassa": Edizioni Historica, 2009
  • "Le parole del buio": Edizioni Creativa, 2008
  • AAVV: RAC-CORTI - Il chiama angeli
    Il mio racconto "Il chiama angeli" nell'antologia RAC-CORTI di Giulio Perrone Editore 2008
  • AAVV: EROS & AMORE - La penombra di un ufficio e un ascensore che sibila
    Il mio racconto "La penombra di un ufficio e un ascensore che sibila" nella sezione EROS di "Eros & Amore" di ArpaNet, 2008
  • "I racconti delle bacche rosse": Lampi di Stampa Editore, I Platani Narrativa, 2008
    Il secondo libro di fiabe
  • AAVV: CONCEPTS PROFUMO - La piccola casa di legno, e quel profumo. Fragranza e mistero di notti romane
    Il mio racconto "La piccola casa di legno, e quel profumo. Fragranza e mistero di notti romane" nella raccolta "CONCEPTS Profumo", Edizioni Arpanet 2007.
  • "Una storia ai delfini": Edizioni Creativa, 2007
    il mio primo romanzo
  • AAVV: CONCEPTS MODA - La donna vestita di fiori
    Il mio racconto "La donna vestita di fiori" nella raccolta "CONCEPTS MODA", Edizioni ARPANet 2007
  • "Esser grandi è una fiaba": Lampi di Stampa Editore, 2006
    il mio primo libro di fiabe

è bello sentirvi!

aprile 2010

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Commenti

In "Diario di melassa" dici che nel tuo disturbo alimentare non si vomita. La scrittura vuota l'anima, libera piu' e meglio, forse e' terapeutica in parte.
Non basta evitare di mangiare, sono sicuro. La frase infelice del povero cretino e' doppiamente sbagliata visto che rivolta a una donna che ha molto sofferto, ci leggo senso di colpa e rabbia per la difficolta' di lasciarti

Potentissima. Sono una delle persone che si sono identificate in Marcella la protagonista del Diario: grazie, mi hai fatta sentire meno isolata e hai suggerito la strada per guarire. Sei molto bella, mi dai speranza

Creso, che si tratti ciascuno in modo "normale". Ho definito povero cretino, e non mi sono certo divertita a farlo, un uomo che ho amato perché mi ha sottovalutata e non ha saputo usare una comunicazione adatta. Ha creato volontariamente e scioccamente un dolore non necessario. Il dolore inevitabile della perdita non poteva essere risparmiato, quello di un approccio adolescenziale e privo di classe invece avrebbe potuto essere altro. E salvare, a posteriori, un rapporto di stima reciproco. Però è anche vero che se ha scelto quella forma di comunicazione significa che l'ho idealizzato e ho anche idealizzato il suo rispetto per me, che evidentemente non esisteva.
Detto questo, credo che commisurare la comunicazione al grado di sofferenza altrui sia irrealistico e ingiusto. Apprezzo chi con me si comporta come vuole, anche se poi non mi ritengo obbligata a tenermi accanto gente che non sa rispettarmi. Una notevole acquisizione di questo 2009 è stata la scoperta della libertà di dire: "Vattene", e non riaprire porte chiuse.
Loredana, il percorso è durissimo ma vincente, si può davvero stare meglio. Si arriva, qualche volta, a riderci autoironicamente su, con la cautela di chi ha vissuto il buio e afferra la luce non all'improvviso, ma con un viaggio arduo e positivo.

"Diario di melassa" e' molto bello, lo stile maturo. Bello questo pezzo, sei sempre piu' tu.

PER MANCANZA DI TEMPO
ho letto solo ora e sempre con un pò di fretta.Inorridita e incredula mi sono soffermata sull'episodio che liquidava un incontro (di relazione,credo)con la cinica laconica frase:"Sei stata una piccola parentesi".Solo un'incapace d'amare per NON essere mai stato nutrito dall'amore poteva giustificare un così crudele vigliacco gesto d'addio.E solo una persona ancora alle prese con la valutazione di sè,del suo valore e della dignità di donna,poteva subirne la volgarità dell'offesa.Auspico con TUTTO IL CUORE un cammino in crescita di un "recupero" pieno e totalea quella donna sicuramente anche lei mal nutrita da amore vero e sincero.Bianca 2007

Cara Bianca, quando tento di dire a me stessa che non devo fermarmi alle parole, anche nella serenità attuale (è passato tempo), mi fermo di fronte al "crudele e vigliaccio gesto d'addio". E' stato così. Mi stupisce la sorte dell'amore, a volte. Eventi grandi e traumatici come il tradimento e l'abbandono possono essere, con il tempo, perdonati e trasformati in affetto e amicizia, poche parole squallide e tremende invece no.
Hai ragione, il percorso di ricostruzione è (stato) necessario perché la donna era nutrita da amore non vero.

E' amata, molto, adesso

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