Il caldo appiccica i vestiti alla pelle, stropiccia le guance con le mani per il contrasto con l'aria gelida che la colpisce ogni volta che si sporge.
- Sto sudando.
Raffaella ride.
- Come è possibile? Ci sono due gradi, a me sembra di essere in freezer.
- Mi sono vestita troppo. Ho il volto ghiacciato e il resto del corpo avvolto da un incendio. Detesto essere sudata, voglio che i vestiti mi scricchiolino addosso secchi e morbidi. Mi hai costretta a mettere questo piumino da alta montagna, non so più come fare entrare un refolo di aria. Sto soffocando.
- Esagerata. A parte che un vestito secco e morbido insieme non esiste, la stai mettendo giù dura. Non puoi soffocare. Guardati, la testa ha freddo.
- No, ha caldo, solo la pelle della faccia è congelata.
- Come vuoi. Che spettacolo, però, non l'avrei detto.
Si sposta avanti di mezzo passo, butta gli occhi oltre il muro di pietra che le arriva allo stomaco.
- Ti rendi conto che non ci sono paratie o reti? Se un bambino si sporge e perde l'equilibrio, addio. E un tizio seduto su una sedia che legge un libro, ecco l'unica sorveglianza. Guardalo, avrà vent'anni: scommetto che ci sono gli studenti universitari che si danno il cambio per restare seduti là e leggere mentre la gente visita la torre. Un suicida qui ha la strada spianata.
- L'ho pensato anche io. I bambini probabilmente restano accanto ai genitori, ma ai suicidi questo posto deve apparire come un paradiso: nessuno guarda, semplicissimo scavalcare, e si vola. Oltretutto, se atterri su quella piazza in piena città fai notizia. Una morte quasi eroica, nel senso moderno del termine.
- Cioè?
- Beh, ormai gli eroi sono quelli che creano la notizia. Qualunque notizia. Non importa quale metodo scelgano per passare alla storia, se finiscono in televisione o nei filmatini internet hanno inciso un segno nell'eternità. Gli eroi sono questi, ormai.
Camminano, Raffaella soffia nel palmo delle mani infilate in due paia di guanti.
- Certo che fa freddo.
- Ho caldo.
- Sì, hai caldo. Invece io ho freddo.
- Siamo sempre state diverse. Tu magra e io no, tu meticolosa e precisissima e io confusionaria, tu controllata nel cibo e senza vizi, io lasciamo perdere. Forse è il segreto per essere amiche. Adesso tu hai freddo e io mi sento bollire.
Raffaella ride, si ferma e le passa il guanto destro sulla guancia.
- Può darsi che siamo diverse, ma non in tutto. Non sono così sicura. In fondo i massimi sistemi ci accomunano. L'amore, per esempio, e la professione.
- Già. L'amore. Ma dai, non ci accomuna. Tu ce l'hai.
- Oh, capirai. E' solo questione di momenti. Adesso ce l'ho io, domani sarai tu a innamorarti. Si fluttua. Ma abbiamo gli stessi difetti: buone, disponibili, cerebrali. Eccetera.
- Sì, eccetera.
- E' l'eccetera che ci frega.
Ridono. Dalle bocche esce una nuvola che precipita in aghi sottilissimi di ghiaccio, si perdono nell'aria pungente del pomeriggio. I corpi si agitano nella risata, ogni tanto si urtano: la spalla di Raffaella finisce contro il braccio di Laura, un po' più alta, le teste insaccate nei berretti di lana dondolano avanti e indietro. La gente le oltrepassa senza notarle, qualcuno sorride divertito. Una coppia fa una fotografia al cielo, un'altra si mette in posa e chiede a uno straniero di scattare.
- Pensi che scriverai qualcosa su questo nostro viaggio?
Annuisce. Smette di ridere e posa una mano sulla spalla di Raffaella.
- Può darsi. Magari non lo farò subito, ma prima o poi il ricordo premerà per uscire e trasformarsi. Diventerà un racconto.
- O un romanzo erotico.
- Non credo.
- Perché no?
Alza le spalle.
- Non so. Non c'è motivo. Ho detto che non credo ma in effetti non ci ho pensato. Vedremo.
Gli occhi di Raffaella diventano obliqui, la bocca si stira ai lati in una smorfia furba.
- Non dirmi che la tua vita da scrittore single o quasi non si può raccontare in un romanzo erotico.
- Se sono single come posso scrivere un romanzo erotico basato sulla mia vita? E' la gente che mi immagina donna fatale.
- Ho detto single o quasi. E' il quasi che fa la differenza, come l'eccetera di prima. Capisci? Le sfumature sono l'essenza, solo gli stupidi fissano lo sguardo sul grossolano, sull'immagine plateale. Il dettaglio, l'eccetera o il quasi, fanno la reale differenza, e se sei abbastanza intelligente lo capisci. Dunque, sei scrittore single o quasi e la tua vita attuale è compatibile con un romanzo erotico.
- Può darsi.
- Dai, con chi eri la notte scorsa?
- Con nessuno.
- Ah, sì? Allora mentre dormivi nella tua stanza è entrato qualcuno e non ti sei accorta. Stai più attenta, chiudi a chiave.
Arrossisce.
- Stavo scrivendo, forse era il rumore di...
Raffaella la interrompe.
- Forse era il rumore di? Di ciò che vuoi, ma hai messo il forse. Forse. Eri sola, forse. Stavi solo scrivendo, forse. Il forse ti accusa e assolve insieme. Come quasi e eccetera. I dettagli. Ecco, riesci a capire finalmente?
La fissa.
- Sai che riesci sempre a colpire?
- Sì, lo so. E finirò in un tuo racconto, prima o poi. Per ora mi sono salvata.
- Non direi, sei in un romanzo inedito.
- Oh, santo cielo. E cosa faccio?
- Lo vedrai.
- Ma almeno mi hai cambiato il nome?
- No, altrimenti che gusto c'è?
La sente protestare volta le spalle e rientra. Ha caldo e freddo insieme, l'aria gelida e i quasi, forse, eccetera le hanno messo la voglia di Luca. Che è in albergo, scrive e si nasconde. In attesa di lei.
- Allora, andiamo? Mi è venuto un freddo pazzesco, voglio stare un paio di ore in albergo, al caldo.
Raffaella la segue e scuote la testa.
- Chi ti capisce...
Scendono le scale, le sfiora la guancia con un bacio.
- Tu capisci, tu e pochi altri. E' questione di sfumature.
Le "sfumature" che si comunicano al volo a volte solo con gli occhi o con un tono di voce, i segreti consegnati, l'allegria e il dolore condivisi, le telepatie dell'amicizia fra donne, c'è tutto in questo racconto, anche le differenze che creano complementarietà. E l'affetto. Mi è fin venuto il magone, mannaggia a te
Scritto da: Lorenza Caravelli | 01/17/2010 a 19:34
Squarcio di amicizia e vita quotidiana, un viaggio e un breve dialogo tra amiche. Brava, ti destreggi bene
Scritto da: Scriptor | 01/17/2010 a 21:23
Che foto spettacolare! E che racconto gradevole, perfetto, una goccia di bellezza a inizio giornata.
Grazie!
Scritto da: Luca | 01/18/2010 a 08:31
la capacità dello scrittore sta nel rendere piacevole e interessante la normalità
appunto
brava
Scritto da: Stefano | 01/18/2010 a 11:20
LA "COMPLICITA"
fra donne sarà sempre motivo di fastidio per gli uomini esclusi e resi "invidiosi" per "vagina" mancata.
P.S.Molto bella quella foto.Espressiva quanto bravo è stato il fotografo...Bianca 2007
Scritto da: Bianca 2007 | 01/18/2010 a 13:00
Bianca, non sono una grande fotografa. Anzi, non sono una fotografa e basta. Però le immagini che ho preso a Praga a tratti esprimono ciò che provavo, sono contenta.
Grazie a tutti per i commenti sul racconto e sulla complicità tra amiche. Si apprezza molto dopo i 35 anni, credo, anche se detesto, è noto, ogni generalizzazione. Prima dei 35 ci sono amicizia e empatia, magari passionalissima vita in comune di giovani donne cui ancora manca un pezzo di esperienza. Poi si sviluppa una solidarietà diversa. Non sempre, ma può esistere.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 01/18/2010 a 16:35
INFATTI,
dopo i 30 si "arrossisce" perchè si sono colte le sfumature e i dettagli magari prima sfuggiti.
P.S.Se la "stato" di Praga ha permesso questa foto e questi tratti...ebbene,TANTA PRAGA! Di corsissima che la nebbia sta scendendo forte anche se di rosa sfumata.Bianca 2007
Scritto da: Bianca 2007 | 01/18/2010 a 16:58
Sai, Bianca, lo stato di Praga credo abbia effettivamente permesso foto e tratti. C'è il mio stato particolare in viaggio, quello che mi fa partire spesso come se da questo dipendesse il mio respiro, ma c'è anche una mente che, plasmata dagli eventi e dalla mancanza (finalmente, devo dire?) di piombo tenebroso di sentimenti patologici, riesce a guardare. E vedere.
Potremmo discutere a lungo sugli stati dell'anima e sull'influenza positiva o nefasta di emozioni e sentimenti che non sempre, proprio no, rendono liberi e migliori. Ma tant'è, si vuole santificare a priori lo stato di innamorato (qualunque cosa sia, aspetto volentieri le tue legittime puntualizzazioni in proposito) massificando ciò che il più delle volte amore non è.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 01/18/2010 a 17:03
Come sono belle le sfumature nella vita, una vita che non va a si/no, 1/0, bianco/nero... ti immagini che noia...
Bello!
Scritto da: Sandra Mazzinghi | 01/18/2010 a 18:26
CREDO D'AVER COMPRESO
ciò che intendi per "necessità di viaggio".Anche per me il "viaggio" è necessario come l'aria per respirare, da SO-LA e da SO-LA lasciandomi penetrare e lasciando che i pensieri vadano LI-BE-RI dove meglio li porta la spinta dell'istinto senza che vi siano sollecitazioni di nessun tipo a indirizzarli o a deviarne la libera direzione.Tutto deve scorrere nel VUOTO più assoluto di me senza disciplina senza narcisismo senza istituzioni o luoghi di morale ma portando alla vita ciò che veramente sento per ritrovare vitalità e benessere senza dover lottare con specchi in cui si possono riflettere oggetti da possedere o da distruggere ma solo una ME DA RISPETTARE .Quasi sempre ci riesco.E ti dirò,dopo,ho sempre sentito fluire in pienezza il mio Essere pronta ad affrontare situazioni nuove,difficoltà anche grosse, anche legate da tensione ma una tensione costruttiva e che avvia a un progetto.Amore?...Oh,quello non si massifica nè si può confondere.Il Preconscio l'ha già superato.Le fantasie lasciate a Rougemont,una consapevolezza trasparente e concreta nella pienezza di una Libertà che tiene conto dell'universalità che dentro ogni molecola nostra c'è e nell'altro pure.L'Amore è sempre RI-nascita tra Brahaman e maya,tra Agape e Eros tra parola ed emozione tra sacro e profano ma sempre ri-nascita RI-generata dal vuoto di noi dalla consapevolezza di ciò che "sentiamo" del ritorno all'Eden dopo essere passati dall'inferno o dal limbo.Altro NON sarebbe amore ma solo uno dei tanti specchi per allodole maldestre.Forse mi sonodilungata e probabilmente sono anche andata fuori tema.Prendi il buono che ti serve.Nè sarò ugualmente contenta chiedendo in anticipo scusa.Bianca 2007
Scritto da: Bianca 2007 | 01/18/2010 a 19:22
Non sei andata fuori tema.
Hai centrato me nei miei viaggi, li hai descritti come non saprei fare, e hai anche dipinto la visione recente, appena carpita al buio, dell'amore.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 01/18/2010 a 22:09
GRAZIE.
Il mio merito è solo nell'attenzione sulle "sfumature" soffermandomi sui "particolari" che,allargandosi si concentrano al centro del quadro.Bianca 2007
Scritto da: Bianca 2007 | 01/19/2010 a 10:10